Quando si paga l´imposta sulla plusvalenza se si vende una casa?

Quando si paga l´imposta sulla plusvalenza se si vende una casa?

Quando si paga l´imposta sulla plusvalenza se si vende una casa?

Vi hanno mai detto di fare attenzione a rivendere troppo presto un immobile acquistato perché su di esso pagherete anche l’imposta sulla plusvalenza ottenuta?

In effetti, se si compra una casa e si rivende prima di 5 anni, viene tassata la differenza tra quanto si è pagata e quanto si è rivenduta, detratte le spese accessorie sostenute al momento dell’acquisto (notaio, eventuale Agenzia Immobiliare, tasse, ecc.).

Questo perché si vuole tassare l’eventuale natura speculativa dell’operazione.

Per fare un esempio: se avete speso 180 mila euro per acquistare una casa e 10 mila euro per le spese accessorie, per un totale di 190 mila euro e dopo 2 anni l’avete rivenduta a 210 mila euro, pagherete un’imposta sulla plusvalenza di 20 mila euro che avete ottenuto dall’intera operazione.

Vi sono almeno due situazioni principali in cui però non si paga l’eventuale plusvalenza su una compravendita.

Vi è il caso di acquisizione della proprietà dell’immobile tramite successione ereditaria.  Non avendolo in origine acquistato ma solo ereditato, lo si può rivendere immediatamente senza aumenti di tassazione.

 Il secondo caso è più articolato ma molto comune: se l’immobile è stato comprato con le agevolazioni prima casa e si ha avuto presso di esso la residenza per la metà del tempo trascorso da quando si è divenuti proprietari fino a quando si è venduto più almeno un giorno, questa tassazione non è dovuta.

Ad esempio, se avete comprato una casa con le agevolazioni prima casa e la rivendete dopo 400 giorni, ma ci avete avuto la residenza per almeno 201 giorni, l’eventuale plusvalenza non è oggetto di tassazione.

Concludendo vediamo i due modi alternativi per pagare l’imposta sulla plusvalenza.

Si può optare per il pagamento il giorno dell’atto di vendita, direttamente al notaio, con aliquota secca sostitutiva del 26%.

Per cui su una plusvalenza, al netto delle spese sostenute, di 10 mila euro, al notaio si pagherebbero 2.600,00 euro di tassazione.

Altrimenti si può decidere di inserirla nella propria dichiarazione Irpef dell’anno successivo al giorno della vendita.

In questo caso allora, utilizzando sempre l’esempio precedente, il proprio reddito, dell’anno in cui si è venduto, risulterebbe aumentato di 10 mila euro.

Attenzione quindi, perché in questo caso la plusvalenza, andando ad incrementare il proprio reddito annuale, potrebbe essere tassata più del 26%.

Sarebbe  meglio quindi valutare sempre prima del rogito di vendita, magari con l’aiuto di un commercialista o di un CAF, quale sia la soluzione migliore per il proprio caso specifico. 

Vito Desanguine

29 Ottobre 2023