Quanto sono vecchie le case in Italia?

Quanto sono vecchie le case in Italia?

Quanto sono vecchie le case in Italia?

Nel numero di novembre 2023 della Rivista di settore “L’Agente Immobiliare” a cura di Fiaip, è riportato uno studio sulla situazione sulla vetustà del patrimonio immobiliare italiano.

Secondo i dati ufficiali, il 53% degli immobili italiani è stato costruito in epoca anteriore al 1970 ed il 31% nel ventennio tra il 1971 e il 1990.  Il restante 7,4% tra il 1991 e il 2000 e circa l’8% dal 2000 ad oggi.

Sono dati che non lasciano adito a dubbi. Il nostro parco immobiliare è vetusto! È formato quasi totalmente da immobili che necessitano d’interventi importanti di riqualificazione energetica, dato che sono stati costruiti senza considerare i moderni criteri di efficientamento energetico.

Se si parla di immobili energivori infatti, solo quelli edificati negli ultimissimi anni sono stati costruiti con determinati accorgimenti.

A dicembre 2023 verranno prese delle decisioni dall’ Unione Europea su quali obiettivi intermedi fissare da qui al 2050, anno in cui è previsto che gli edifici degli stati appartenenti alla Comunità Europea siano tutti a consumo energetico pari a zero.

Ad inizio 2023 si era parlato di avere almeno una classe energetica pari alla D entro il 2030/33 ma ora sembra che si pretenderà qualcosa di diverso. Comunque a breve sapremo.

Al di là delle tappe intermedie, il traguardo del 2050, alla luce dei dati riportati all’inizio di questo articolo, sembra irraggiungibile. Infatti non è chiaro come, in termini di fattibilità e di costi, la popolazione Italiana possa raggiungere tali standard.

Intanto, avere immobili a consumo zero nel 2050 vuol dire che già quelli costruiti recentemente andranno ristrutturati. Figuriamoci allora quelli più vecchi! Come si potranno raggiungere determinati obiettivi di efficientamento energetico se non demolendoli e ricostruendoli di sana pianta?

La cosa poi che lascia più perplessi è che se, come è probabile, saremo solo noi Europei ad operare queste modifiche sui nostri immobili, difficilmente tutto questo sacrificio economico servirà ad invertire il cambiamento climatico in atto.

Queste migliorie ci porteranno sicuramente un risparmio economico sulle bollette, ma quanti anni ci vorranno per recuperare l’investimento?

Comunque in ultima analisi, se il singolo cittadino italiano non avrà i mezzi per sostenere questo costo, come potrà l’Unione Europea imporre ai nostri governi l’obbligo ad adempiere?

Certo trent’anni sembrano tanti, ma passano in fretta.  Basti pensare che ne sono passati già più di venti da quando abbiamo detto addio alla Lira ed è stato introdotto l’Euro come moneta unica europea.

Vito Desanguine

12 Novembre 2023