Aggiornamento sulla situazione delle normative europee sulle Case Green (EPBD)

Aggiornamento sulla situazione delle normative europee sulle Case Green (EPBD)

Aggiornamento sulla situazione delle normative europee sulle Case Green (EPBD)

La notizia di inizio anno sulla volontà della Comunità Europea di obbligarci ad efficientare il nostro parco immobiliare ad un minimo di classe energetica, si era parlato della Classe D entro il 2033, ha creato un allarmismo che non ha certamente aiutato il mercato immobiliare residenziale, già colpito dall’aumento dei tassi d’interesse sui mutui erogati dalle banche.

Questa direttiva si chiama EPBD, acronimo di Energy Performance of Buildings Directive, ma è comunemente conosciuta come “Case Green”.

Negli ultimi mesi però ci sono stati due passaggi che hanno ridimensionato lo stato d’allarme della situazione.

Prima di parlare di questo ridimensionamento è bene comunque sottolineare ancora una volta che si sta parlando di un iter legislativo in corso che non è ancora stato tramutato in una vera e propria legge Europea

Dunque, il 12 Ottobre il Trilogo (Commissione Europea, Consiglio Europeo e Parlamento Europeo) ha deciso che l’orizzonte rimane sempre la completa decarbonizzazione entro il 2050, ma che saranno i singoli stati a decidere i vari step di avvicinamento a questo obiettivo, senza vincoli di classe energetiche minime da raggiungere.

Successivamente però il 7 Dicembre si è deciso che si dovrà comunque migliorare di una certa percentuale la situazione energetica del patrimonio immobiliare entro il 2030 e di un’ulteriore percentuale entro il 2035, ma si è ribadito anche che il come farlo sarà una prerogativa lasciata alla sovranità di ogni singolo stato.

In ogni caso queste decisioni dovranno essere votate a fine Gennaio 2024.

Questi continui cambiamenti ci fanno capire come le decisioni della Comunità Europea sono influenzate dall’evolversi della situazione economica internazionale che può cambiare repentinamente in pochi mesi, come abbiamo visto più volte negli ultimi tre anni, figuriamoci nei 27 da qui al 2050.

Ecco perché non ha senso, né per gli acquirenti, né per i venditori d’immobili, farsi prendere dal panico o da isterismi collettivi ogni volta che il telegiornale riporta un nuovo passaggio di questo percorso di legge sulle Case Green.

Vito Desanguine

17 Dicembre 2023